domenica 8 febbraio 2015

La Nuova Terra: Comunicare in un Ecovillaggio

Comunicare in un Ecovillaggio


Capire qual'è il modo migliore di comunicare in un posto dove vivono, lavorano e mangiano insieme tante persone è uno dei motivi che mi ha spinto a scegliere come meta un'ecovillaggio.

Pochi giorni fa ho avuto una spiacevole esperienza a riguardo che mi ha fatto riflettere su quale potrebbe essere il metodo migliore per far arrivare un messaggio comportamentale a tutti senza che nessuno l'avverta come una critica.

Ho già parlato dell'arte della comunicazione nel blog, nei post riguardanti il libro di Rosemberg "Le parole sono finestre, oppure muri."
Il discorso era e rimane lo stesso.

Il primo passo da fare è creare un legame empatico verso l'altro.
Ne hanno fatto una regola d'oro le pubblicità che fanno leva sui bisogni più pressanti dell'uomo di adesso promettendogli di accontentarlo SE e solo se, comprano questo, quello ecc..

Il secondo passo è creare un clima di rispetto, dove si è più interessati a risalire al perchè di certi atteggiamenti negativi (sprechi di energie, poca pulizia, negligenza ecc.) piuttosto che mettere alla gogna i "peccatori".

Il terzo passo è comunicare direttamente alle persone interessate il problema, senza passare per terzi (in modo che essi non riportino il messaggio con toni sbagliati) e soprattutto senza convocare l'intera comunità facendo letteralmente vergognare il malcapitato.
Se la questione diventa recidiva, solo allora si penserà di passare a metodi più "coercitivi".

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Supportarsi nelle spese

Un'altro appunto.
Alla Nuova Terra i membri dell'ecovillaggio hanno deciso di recepire uno stipendio (ancora basso secondo le medie sociali) uguale per tutti gli interni.
Questo vuol dire che se si presenta una necessità impellente uno di loro può chiedere alla comunità di essere supportato in tale spesa.
In questo caso, una forma ottimale di rispetto e cura della privacy consisterebbe nell'elezione di un portavoce, che mantenga anonima la richiesta.
Sondata in seno alla comunità e garante dell'anonimato, la richiesta avrà un'altra luce e se ne potrà parlare in maniera molto più libera, senza giudizi di sorta e decidendo se supportare o meno la spesa.

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Altri ecovillaggi usano il metodo del consenso o altre tecniche per avvicinarsi l'uno all'altro per avere un'accordanza di gruppo.
Di metodi ce ne sono tanti, eppure qui alla Nuova Terra più che i colloqui di gruppo mi hanno colpito i sistemi educativi delle singole famiglie verso i figli (presenti, anche se qui non vi sono molti bambini qui, e passati).

Gli stessi, se rispecchiano i valori più alti di libertà di scelta, di rispetto, di giustizia possono venire presi in esempio e attuati in larga scala.

Come dice Franca, la capo-raccolta del gruppo agricoltura, i figli non sono proprietà dei genitori. Vengono nella Terra attraverso l'uomo e dai genitori stessi sono accompagnati e supportati per poter vivere nel mondo.


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