mercoledì 31 dicembre 2014

Stop Famigliare

Astinenza dal cibo

Dopo la conoscenza di Andrea, ragazzo incontrato alla Fattoria dell'Autosufficienza, mi sono interessata sempre di più alla pratica del digiuno, volendo sperimentare anche in prima persona i suoi effetti sul piano fisico, mentale e spirituale.

Fino ad adesso ho concentrato l'attenzione sui primi piani: la parte più sensibile, fisica, quella che viene "colpita" per prima, e la corrispondente parte mentale, dove la funzionalità corporea si manifesta in maniera divesa, libera dall'attenzione che la digestione richiede.

Il digiuno serale o giornaliero riequilibria il rapporto tra le parti, possiamo dire che opera come un "riassestamento" generale, dove il corpo, non gravato per un breve periodo dalle sue funzioni, si rivolge a se stesso, a ciò di cui è costituito (e degli ultimi cibi introdotti).

In questo caso non ci sono pratiche particolari o modifiche sul programma giornaliero.
Il corpo reagisce bene usando le sue stesse scorte. Non è necessario dunque astenersi dai soliti lavori.

Il digiuno prolungato, dai tre ai cinque giorni (durata massima consigliata se praticato da soli), richiede un diverso impegno.
La possibilità di un ambiente tranquillo, dove potete riposare, senza compiere lavori di fatica e dove potete dedicare il maggior tempo possibile all'ascolto di voi stessi.
Si tratta semplicemente, al primo livello (fisico e mentale) di osservare le vostre risposte.

Per esempio, in che modo il corpo reagisce all'astinenza dal cibo (l'intensificarsi di alcuni sensi, come l'olfatto e successivamente la sensibilità al salato\dolce) , come i discorsi, i ragionamenti mutino (divenendo più cristallini), che tipo di considerazioni vengono suscitate (il rapporto quotidiano tra voi o la società e l'alimentazione), ecc.

Dopo un digiuno prolungato avrete bisogno di altri giorni (quelli corrispondenti alla sua durata) dove praticherete una dieta leggera, con dosi moderate, evitando condimenti o alimenti pesanti).
Come ho letto recentemente: ”Qualsiasi stupido può digiunare, ma solo una persona intelligente sa ritornare correttamente all’alimentazione abituale”.

Il porsi quindi in una condizione di "vuoto" fisico può essere una prima porta verso il "vuoto interiore", quello stato d'animo quieto dove il giudizio e l'emotività possono trovare equilibrio.


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