mercoledì 17 dicembre 2014

La Nuova Terra

Potatura

E' da qualche giorno (nei giorni di sole) che vado ad incontrare i Meli per potarli.
Sono stati piantati tutti in fila, come scolari all'appello.

Antonio (chi coordina il gruppo agricoltura) ha spiegato alla squadra come tagliare i rami in maniera che l'albero riceva le energie dall'alto (atto del ricevere) per poi scaricarle, seguendo la forma di una spirale nella parte dabbasso (atto del donare).

Cesoie (manico corto e lungo) e seghetto sono gli strumenti usati. I primi sono utili per togliere polloni o parti alte che difficilmente si raggiungono (anche salendo al centro) mentre il seghetto è più adatto se si vuole fare un taglio preciso, in maniera che non rimanga un "tronchesino" o che l'acqua non si infiltri tra le fessure.

Potare i meli vuol dire presentarsi a un'albero che di natura porta frutto.
Sono alberi bassi, "modellati" dall'uomo in modo da lasciare un centro Vuoto. I rami tutt'intorno si spingono come braccia verso l'alto, verso il basso, piegati tra cielo e terra.

Alberi modesti di cui puoi toccare i rami, arrampicarti dal loro centro, sconvolgerli, quando sono giovani, giudandoli nella crescita.

Potare i meli  vuol dire portarli a compiere un gesto, denudandoli fino a lasciarli senza fanciulli.
Così spogliati, dovranno cavarsela da sè nel freddo inverno friulano.

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