lunedì 1 dicembre 2014

La Nuova Terra

L'Akasha

Nel post precedente abbiamo definito l'Akasha come l'"etere", la "quintessenza", una sostanza fisica eterna che tutto pervade.
Dalla religione indiana è considerato uno dei cinque elementi (fuoco, aria, acqua, terra, etere), il costituente primordiale di essi, da cui ognuno scaturisce e ritorna.

Riprendendo la divisione dei tre mondi diremo che l'Akasha si "presenta" con una diversa veste a seconda del piano:

-in quello fisico è tridimensionale. I nostri occhi osservano il paesaggio per dirci dove siamo. 
Sù e giù sono direzioni fisse utili ad orientarci fisicamente.
Prima e dopo sono punti fissi nel tempo per orientarci in ogni fase della vita.

-in quello sottile i suoi confini sono vaghi. Possono aprirsi in un'istante in uno spazio sognante dove fluttuare.
Non ci sono dimensioni fisse. L'esperienza si misura in intensità.
Le emozioni si presentano più forti e i sogni più vivaci.

-in quello di pura coscienza l'Akasha include sè stessa. Ci si sente al sicuro, vi è unità in ogni cosa.
Ogni esperienza viene dall'interno, un unico punto dal quale emana la creazione, come un raggio di energia.
L'anima è impersonale, si descrive come l'essere senza attribuzione di qualità.
"I rishi considerano l'interezza come unica realtà, ogni esperienza di separazione è un sogno."

Accedere e consultare la realtà akashica (che contiene l'intera storia di ogni anima fin dagli albori della creazione)porta ad acquisire maggiore responsabilità verso sè stessi, del proprio destino. 
Si trasformano le esperienze passate e le possibilità future, proprio perchè entriamo nel regno della completezza, l'unità.

La separazione non contiene più attrattiva.



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