giovedì 30 ottobre 2014

Le spinose: Questa grande bellezza

Questa grande bellezza


Dell'alto, sulla collina dove gli ulivi si preparano al sonno invernale, l'orto de Le Spinose si rivela nella sua bellezza geometrica.
Un ettaro di filari alternati, di colori di verde che sfumano in tinte di giallo-sole, marrone-terra,  verde-foresta. 

Alcune strisce di rosso-magenta, di cui è signore il radicchio tondo, spezzano questa pennellata quieta dando all occhio una virgola d'eccitazione pittorica.
Ritornano in mente le parole di Fukuoka:

"Essere qua e occuparsi con passione di un piccolo campo, in pieno possesso della libertá e pienezza di ogni giorno, quotidianamente. Questa deve essere la via originaria dell'agricoltura".

Pensate al distese industriali di ortaggi e frutteti, sottoposti annualmente a vari trattamenti chimici per rispondere alla richiesta dei consumatori di un prodotto gradevole da guardare, tirato a lucido, pompato di sostanze come un palestrato pieno di estrogeni che sfila sulle passerelle in slip attillati.

Chi ha creato nel consumatore questa domanda?
Cosa è cambiato, chi vi ha dato il potere del desiderio, chiamandolo libero, per poi scoprire dietro le coltri infiniti condizionamenti, raggiri, inganni. 
Chi vi ha fatto desiderare la mela pompata e lucidata?
Chi ora cavalca l'onda della moda biologica e vi porta affamati e desiderosi in quei negozi tirati a lucido dove ogni ortaggio assume il fascino del "rustico" pagato a peso d'oro?

Cosa vuol dire...Naturale?

Riempirsi gli occhi d'arte davanti ad un ettaro d'orto così amorevolmente coltivato, curato, docilmente piegato al bisogno umano, segna una tappa (che io reputo ancora intermedia) necessaria per il cambiamento del rapporto, ora così deviato, tra Uomo e Natura. 

Le mele non sono tutte avvelenate. 

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