mercoledì 26 novembre 2014

La Nuova Terra: La forma e la sostanza

La forma e la sostanza


Il gruppo Raccolta passa le giornate a raccogliere e pulire la verdura per fare in modo che sia presentabile per la vendita.

Mi domando come mai si sia arrivati a scegliere un'ortaggio piuttosto che un altro in base alla sua bellezza piuttosto che comprare in base alla qualità.
Perchè, a pulire gli ortaggi per renderli "presentabili" alla vendita, la quantità di scarto è notevole.

Tutti gli avanzi prodotti finiranno, fortunatamente, in bocca agli animali o ad alimentare il cumulo.Niente viene buttato, ogni fattore si trasforma e genera altro (questo avviene nella dinamica campagnola, diverso per chi vive in città).

Immaginate quindi di andare al mercato cittadino o di paese, comprare gli ingredienti dei vostri pasti e, una volta a casa, togliere qualche foglia "brutta".
Quell'ortaggio è già stato ripulito drasticamente in fase di raccolta, dal venditore del banco e ora da voi.
Se poi si toglieranno in cucina ancora le parti "non edibili" (più per mancanza di cultura culinaria o abitudine, che per la parte dell'ortaggio in sé) quel che vi resterà della pianta iniziale è assai poco.

Quando tutto il sistema di produzione viene "abituato" a mettere una marcia in più a causa della domanda del consumatore si genera un'abbondanza calcolata, che già nella fase di semina ragione sul "fattore scarto".

E se saliamo questa famosa scala, possiamo chiederci da dove nasce la domanda: dallo stesso consumatore o da un mercato progettato e impostato in maniera da favorire il "rifiuto" per alimentare altri settori di altri mercati?

Quando ho passato dei periodi come wwoofer in aziende agricole dove l'orto era in ritardo rispetto alla crescita stagionale, si prestava molta attenzione alla raccolta, tenendo da conto anche gli odori ormai andati a seme, o la singola foglia d'insalata.

Nel momento in cui si entra in una logica del sovrappiù si guarda all'ortaggio in un modo diverso, prendendolo dalla sua parte estetica o funzionale.

Si etichetta quindi l'ortaggio, che prima di essere alimento, funge da esteta per prendere alla gola il consumatore, che mangerà prima con gli occhi, poi con la bocca, e forse alla fine con il secondo cuore (la pancia).

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