sabato 20 settembre 2014

Casa Melissa: La Spera

La Spera

a casa della Spera
Monika mi ha fatto conoscere un'altra persona straordinaria.

Esperanza ha portato avanti le sue conoscenze di agronoma incrementandole con lo studio prima, e l'applicazione dopo, della Permacultura.

l'entrata dell'orto "maggiore"
La Permacultura riguarda un metodo di progettazione dell'ambiente circostante, in modo da creare uno spazio equilibrato e sotenibile.
Si può applicare in molte realtà, non solo agricole, puntando sulla relazione o nell'ambiente cittadino.

ramaglie compostate di 4 anni
Esperanza ha tenuto corsi, si occupa di progetti concreti, ha accumulato un'esperienza decennale nutrendo con i prodotti dell'orto un centro di cento\duecento persone.

Esperanza, o come familiarmente la chiamano “La Spera”, converte in sé teoria e pratica, relazione e meditazione.

I suoi orti, dopo dieci anni di lavoro, non richiedono più interventi pesanti.
Li ha lavorati con la vanga-forca per arieggiare il terreno, ha costruito dei bancali molto bassi a causa della durezza del suolo, ha concimato esclusivamente con compost di ramaglie, scarti alimentari e paglia lasciata a maturare dai due ai quattro anni.

l'orto "maggiore"
L'orto che qui chiamo “maggiore” è un piccolo gioiellino di cura, progettualità e attenzione, dove le colture convivono in armonia, gli spazi sono calcolati seguendo le comodità (la paglia compostata trova la sua dimora sotto il muretto dove viene scaricata dall'alto dai mezzi meccanici).

L'acqua è generata da una fonte e arriva al terreno per caduta, usando una serie di cisterne (vecchie botti per il vino).

le bietole colorate
L'orto sinergico invece è stato smantellato quasi del tutto, ma vi dimorano ancora lavanda, rosmarino, l'albero delle farfalle (buddleja davidii) coltivata per l'abbondante fioritura, e tante altre specie che La Spera mi ha indicato (e che purtroppo ora non ricordo).

Una piccola (per ora) food forest è in via di sviluppo abitante di specie giovani e arbusti scelti con cura, stando attenti che l'una non sia d'ostacolo all'altra per consociazione e copertura solare.

le terrazze
La Spera porta avanti tutto questo con le sole sue forze.

Durante la mattinata ci siamo dedicate alle talee e alla semina in piccole forme di polistirolo.

Uno dei segreti che mi ha svelato riguardo questo genere di semina è: bagnare prima la terra, dopo averla setacciata con le mani, porre i semi a poca profondità, ricoprirli con uno strato di terra tre volte grande quanto il seme e ribagnare successivamente.

Bagnare la terra prima infatti evita che il seme riaffiori quando la terra viene smossa dall'innaffiatura successiva.

A pranzo ho conosciuto anche Lino, il suo compagno che si occupa di CNV, comunicazione non violenta.

Abbiamo mangiato benissimo grazie alla cucina della Spera, conversando amabilmente sulle relazioni e sulle sue problematiche.


immagine da Internet
Le pietanze servite e gustate su posate e scodelle di legno mi hanno lasciato un senso di maggiore rapporto con il cibo, senza che interferisse il leggero sapore e consistenza metallica delle normali stoviglie.

Il ciclo quindi si chiude, in casa della Spera, dove convivono, come in una dolce spirale, l'osservazione, la progettazione, la praticità e l'esperienza, l'attenzione e l'amore verso la cucina e la nutrizione, la meditazione che porta all'osservazione profonda...e via di seguito.

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