venerdì 19 settembre 2014

Casa Melissa: L'agricoltura naturale

L'agricoltura naturale

Flavio con le pecore
Flavio lavora la sua terra da 24 anni.

Parla di come era dura da lavorare i primi tempi, come si è adattato alla sua pendenza, come ha scelto di posizionare l'orto il più possibile vicino a casa.
Si vedono le varie fasi nei frutteti, con alberi d'ulivo messi a dimora da pochi anni, i giovani meli, peri, qualche pesco e noce, ciliegio, fichi.

il campo di erba medica
Si notano i vari lavori lungo i margini, con la piantumazione degli alberi frangivento (per proteggere le colture dalla tramontana) e i recinti che tengono lontani i cinghiali.

Un'esperienza sempre in fase di crescita e apprendimento, dove si guarda al miglioramento, all'evoluzione di ogni parte.

Alla mia domanda:
 “Come mai non hai applicato la biodinamica o la permacultura (in maniera estesa)?”
 
La sua risposta è stata semplice e concreta: 
“Cosa mi metto a fare cose complicate se prima non so neanche praticare l'agricoltura naturale?”

L'
agricoltura naturale abbraccia ogni forma di agricoltura riportando all'uomo la relazione più intima e diretta, senza passare per ulteriori livelli o mistificazioni.


Conoscere non è “avere idea di qualcosa”.


l'orto

Una forma essenziale, dove (citando Fukuoka) “più elaborate sono le soluzioni e più è difficile risolvere il problema”.
Nella ricerca di una maggiore semplicità il più delle nostre azioni e discorsi risultano non necessari e qualora venissero eliminati si avrebbe più tempo e più tranquillità.

Domandiamoci quindi: “E se questa non fosse necessaria?”

la saldatura creativa
Ancora una volta l'osservazione è la base del rapporto (sia umano che naturale)

Se la gente mettesse da parte la propria volontà umana e si lasciasse guidare dalla natura non ci sarebbe nessuna ragione di avere paura di morire di fame”.


L'osservazione della Natura ci porta alla meditazione profonda, distinguendo l'atteggiamento di padronanza, di predominio nella relazione, da un modo di comunicazione più ampio, dove l'uomo trascende la discriminazione per dedicarsi alla visione di “ciò che è”.


Per fare un esempio.
L'alimentazione quotidiana mira a raggiungere una giusta dieta scegliendo cibi semplici, nutrienti che costituiscono la nostra medicina quotidiana.
Un'adulto discriminante decide cosa lo renderà felice.
Il cibo, in questo caso, non è buono perchè è genuino, ma per l'idea di buono che lui si è creato.

Allo stesso modo, il dialogo con la Natura viene scremato dalle idee e immagini personali, che trattano i problemi pratici del mondo derivanti dall'intelletto analitico, per arrivare ad un'intuizione diretta dove non c'è sforzo cosciente, dove la Natura viene accettata così com'è.


Qual'è la nostra maniera di vedere il Mondo?
Un vuoto dell'immaginazione o un ritorno alla vita originaria?

il campo di Mais

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