martedì 5 agosto 2014

La Fattoria dell'Autosufficienza


La sinergia

orti sinergici
Il primo giorno, dopo aver salutato i ciclisti, si iniziano i primi lavoretti.
Solitamente, la scelta iniziale (e necessaria) è il diserbo.
In questi mesi l’abbiamo fatto in tutte le salse, con infestanti, graminacee, e potando in maniera più o meno invasiva per ridare un senso d’ordine.

orti sinergici
Ripuliamo a mano e con la zappa dei bancali per prepararli alla pacciamatura.

Come già accennato nei post addietro, la pacciamaturaè una tecnica di copertura del terreno, con materiale biodegradabile, per limitare la crescita delle infestanti, preservare l’umidità del terreno, coprire un sentiero e altri usi ancora.

Al momento il materiale più frequentemente usato è la paglia o il cartone, ma c’è chi mette dei teli pacciamanti facilmente reperibili in commercio.

Ecco qualche suggerimento ricevuto: per la paglia la pacciamatura riesce meglio se prima viene tritata, il cartone deve essere il più possibile naturale (altrimenti degradandosi forma della poltiglia collosa a causa dei componenti che ci aggiungono), mentre i teli pacciamanti, anche quelli biodegradabili non sono in fondo tanto degradabili.

I tre orti sinergici della Fattoria dell'Autosufficienza sono stati realizzati durante i corsi di permacultura tenuti negli ultimi anni. 
Si chiamano: orto allegro, anarcorto e si cambia musica.
terrazzamenti

Vi riporto i principi dell’orto sinergico:

-non lavorare la terra, niente aratura per non inaridire il suolo e interrompere l’azione degli organismi che naturalmente la fertilizzano;
-non compattare il suolo per fare in modo che sia presente una giusta areazione;
-non concimare per ricreare ciò che accade in natura, dove con la copertura organica permanente (pacciamatura e una regolata convivenza di piante diverse) aiuta a mantenere umida e fertile la terra;
-biodiversità delle specie coltivate (consociazioni) per fare in modo che si crei una sinergia tra le piante che possono in questo modo aiutarsi a vicenda.

orti sinergici
Nei bancali creati si consociano: una leguminosa (per fissare l’azoto), una liliacea (aglio, porro, cipolla) come “antiparassitari”, un ortaggio di una famiglia diversa, erbe aromatiche e fiori.

Alla Fattoria è presente anche un orto “tradizionale”.
La principale differenza che noti da lontano tra un orto tradizionale e uno sinergico è la creazione dei bancali, o area coltivata.

Solitamente sono larghi 1,20 metri e altri una trentina di centimetri.
Tra un bancale e l’altro vi è uno spazio, un camminamento, che prevedono una larghezza di 50 centimetri circa (calcolate che ci dovete passare voi, ma anche una carriola).

Una volta scelta la forma del bancale (l’uso della curva e dei mandala è frequente) si delimita l’area con delle cordine e paletti, si riempie di terra (con aggiunta occasionale di compost o letame maturo) dandogli una forma trapezoidale.

La terra tenderà a scendere nel tempo.
Per ovviare a questo problema e non dover rincalzare in seguito il bancale, Marcello aveva circondato con dei paletti e delle travi i lati alla base.

orti sinergici
Il vantaggio dei bancali è molteplice:
-hai maggiore spazio coltivabile;
-l’acqua non ristagna dopo grandi piogge; 
-eviti di compattare il terreno;
-si ottiengono molteplici superfici con diversa esposizione solare.

Sinergia: dal gr. synergía o synérgeia, der. di synérgō ‘coopero’, der. di érgō ‘opero, agisco’, col pref. syn- ‘con, insieme’.

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