martedì 29 luglio 2014

Le Case della Buca: L'amico Francese



L’amico francese

immagine da Internet
In questo periodo Massimo ospita Pier, un amico francese, che da un po’ di tempo vive in Italia con la compagna spagnola.

Pier lavorava in una società di import-export,  dodici ore al giorno, fino a che non si è stufato e ha mollato tutto.

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Pratica lo dzogchen, gli piace il surf (sua figlia di otto anni ha un talento naturale), e come tutti i francesi, metterebbe il burro sopra ogni cosa. Famosa, a questo riguardo, la pizza stracarica che una volta ha cucinato, decorata con grossi pezzi di burro.

Dopo aver anticipato il "personaggio" passiamo al discorso di cui vi volevo parlare, venuto fuori a tavola uno di questi giorni.

L’identificazione delle cose.

Ha preso un coltello come esempio e, gesticolando ampiamente, ha definito l’oggetto "andando per esclusione".
Spieghiamoci meglio...
"Possiamo definire le cose partendo da ciò che non sono".

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Così io posso chiamare quell’oggetto "coltello" parlando di ciò che non è.


Di solito il cervello definisce ciò che non riconosce provando a ricollegarlo con qualcosa di conosciuto.


Si inzia a definire quel qualcosa descrivendola secondo parametri, giudicandola.

Poniamo il caso di togliere il giudizio come atto conoscitivo.
Che cosa succede?

Togliendo il giudizio manca la scissione in parti del tutto.

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Ciò che ci circonda, ciò che noi definendo, separiamo dalla nostra realtà esistenziale, diviene improvvisamente un tutt’uno.
 

E ciò che prima era qualcosa di a se stante, diviene parte del mio io o della realtà unificata.

“Pensa continuamente al cosmo come a un solo essere che racchiude una sola sostanza e una sola anima, e pensa come tutto pervenga a una sola sensazione, la sua, come quest'essere compia tutto per un solo impulso, come tutte le cose siano concausa di tutti gli eventi, e quale sia il loro fitto intrecciarsi e connettersi”

1 commento:

  1. .., mi ci sento molto affine col pensiero. :sisi: (grande Marco!)

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