martedì 24 giugno 2014

Solidor: Nel bel mezzo del...Paradiso

Nel bel mezzo del..Paradiso 


Panorama
A Solidor il clima è secco, sia in inverno che in estate, le zanzare non visitano questi luoghi, in dieci minuti ti affacci nel bosco, dove tutt’intorno vi sono solo campi, le 7.500 piante di ulivo (in parte coltivati) regalano un olio biodinamico con un’acidità bassissima: 0,1% (l’olio è classificato come extravergine quando la percentuale non supera i 0,8%).
Conta di un terreno di 33 ettari.

Infine l'orto produce tutto ciò di cui si ha bisogno.

nell'orto

Al momento l’uliveto è in fase di recupero. 
La resa è di 7.000 litri annui, venduti a 14 euro al litro.
Lorenzo non usa nessun tipo di prodotto chimico
E’ restio pure a spruzzare il solfato di rame, per combattere la piaga dei licheni, o ad intervenire con altri prodotti contro la rogna.

Questa si presenta in seguito alle potature e alle raccolte, dove l’albero (la sua tipologia è particolarmente delicata) a cui vengono tagliati i rami e getti interni per mantenere la classica forma a corona, reagisce allo stress producendo dei “tumori” in prossimità dei tagli (alla vista sembrano piccole escrescenze legnose di colore scuro). 
Per questo è molto importante non potare soprattutto nelle giornate piovose.

Lorenzo e Luciana, studiosi dell’antroposofia e praticanti di agricoltura biodinamica, si fermano nell’azienda solo un giorno per urgenti impegni personali, passando il testimone a loro cognata Vanda, la cara Debora e due fantastici cani: Pamina di due anni e il mitico Caspar.

Quest’ultimo è un vecchio cane lupo, dal manto nero, che ricorda moltissimo il lupo della storia infinita, trovato da Lorenzo con un buco sulla testa e una parte del cervello di fuori, 16 anni or sono (stessa età di Ambra, la gatta tigrata).

 La loro biblioteca è piena di libri di Rudolf Steiner, le loro parole sono impastate di esperienza diretta, è un piacere poter ascoltare come è nata l’azienda e le loro vicende personali. 

Uliveto


E mentre si cena penso a quanto sarebbe bello fermarsi due settimane ancora, tre, un mese o più.

Nessun commento:

Posta un commento