giovedì 5 giugno 2014

Piccola Fattoria di Chia



Chia

Chia
Il paese è un tipico… paese. 

La piazza principale è abitata dai soliti vecchietti curiosi, che tutto sanno e tutto prevedono, parlando e sparlando del tempo, dei compaesani e degli stranieri (soprattutto chi è straniero in casa di compaesano), un bar arci con connessione alla rete gratuita e un vecchio rudere, che in antichità probabilmente era un piccolo castello forse anche medievale.

C’è chi, trasferendosi qui, ha fatto le spese nell’esser una lingua troppo lunga, perché chi sparla ha un pubblico che, sottobanco, riporta le maldicenze all’orecchi dell’interessato. 

I candidati all’elezione telefonano a casa incitando le persone a votare per loro, il prete si sposa con una donna, ma continua a dar messa (fino a che i compaesani non gridano allo scandalo), i matti apostrofano Gesù che bada a loro per qualsiasi mansione visto che la provvidenza è sempre presente (sotto la veste di chi poi volontariamente li aiuta), c’è il marpione sessantenne che importuna ogni gonnella.

Se entri a Chia come straniero (che tu sia veneto o laziale poco importa) ti devi preparare bene ad un’accoglienza curiosa e diffidente. 
Chi ti verrà ad aiutare o a chiedere aiuto inizierà a farti delle domande per poter confrontare le risposte con i propri compaesani.

Dopo l’impatto iniziale, anche se Marcello è abituato a una realtà veneta ancora più chiusa di questa, è bastato che i compaesani vedessero i suoi orari di lavoro (torna dal capraio la sera verso le nove) per farsi un’idea dell’operosità del ragazzo del nord.

Anche se rimangono i pettegolezzi sottobanco quando, tra l’ospitare tanti wwoofer di diversa provenienza, si presentano diverse ragazze o stranieri.

Memorabile la wwoofer lesbica che, per quanto pena gli facesse il marpione sessantenne, gli ha regalato un bacio di sfuggita, dono che gli è costato giorni di persecuzione sotto casa, fino al momento in cui Marcello gli ha confidato distrattamente che “forse a lei non piacevano i ragazzi”.

La reazione stupefatta del marpione è stata: “Non mi vorrai forse dire che è un uomo!”

panorama

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