giovedì 22 maggio 2014

Ty Porth Saith

Toffia e gli uliveti

Il sito del comune lo definisce ancora:
"centro agricolo della Sabina", anche se di produttori se ne vedono pochi.

Uno di questo è Geraint Britton, che con il suo uliveto di attuali 180 ca alberi produce 400 lt d'olio all'anno, venduto per 8, o se c'è possibilità di mercato, 12 euro/lt.
La bassa acidità (0,3gr/lt) lo classifica come Olio Extravergine d'Oliva, dove il contenuto di acidità libera deve essere inferiore a 0,8gr/lt. 

Niente da invidiare a l'olio della compagnia Speiron, il cui prezzo a litro è di 15.000 dollari.

Inizia negli anni '60 l'abbandono degli uliveti nei dintorni di Toffia.
Le grosse aziende, come la Monini, grandi distributrici dell'olio da "supermercato", iniziarono a comprare da piccoli o medi coltivatori locali l'Olio "vecchio" a pochi soldi.

Dopo un anno di raccolta infatti, il prodotto non venduto viene immagazzinato in opportuni tini.

Visti i costi di questi contenitori (780 euro per 1000 lt) i contadini dovevano svendere a malincuore le loro ore di fatica per far posto all'Olio Nuovo, e vendere a 4 o 5 euro al litro il proprio lavoro economicamente (e umanamente) non ne vale la pena.

Foto di Francesco Olivieri




Foto di Francesco Olivieri




"Tu, placido, pallido ulivo
non dare a noi nulla; ma resta! 
ma cresci, sicuro e tardivo, 
nel tempo che tace!" 
La canzone dell'ulivo, G. Pascoli

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